ma non mi sembra esistano NG più adatti di questo per ottenere il parere di
un esperto sull'aeromodellismo.
La domanda è questa: vi sembra possibile, data la vostra esperienza e le
limitazioni della tecnica attuale, applicare le tecniche aeromodellistiche
all'esperimento scientifico che vi esporrò? Chiarisco subito che voglio
solo soddisfare una mia cuirosità, non vi sto chiedendo un parere su un
progetto effettivamente in corso di sviluppo.
E' ormai noto che alcune iniziative e progetti di tipo semi-amatoriale sono
stati parte indispensabile di studi scientifici di una certa rilevanza, e
che alcune organizzazioni amatoriali di grandi dimensioni sono in grado di
muovere fondi importanti a sostegno di detti progetti. Per esempio,
l'associazione mondiale dei radioamatori conduce da oltre trent'anni le
proprie missioni spaziali progettando e costruendo i suoi satelliti, che
lancia con contratti agevolati su vettori commerciali
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Peril loro progetto più ambizioso, alcuni anni fa, sono riusciti a raccogliere
ben 5 milioni di dollari
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.Da alcuni anni, inoltre, la comunità scientifica ha ufficialmente
riconosciuto e sta studiando i curiosi fenomeni che si verificano nella
valle norvegese di Hessdalen.
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In quella zona appaiono con frequenza più chegiornaliera sfere luminose volanti, di origine sconosciuta. Dimensioni,
colore, intensità luminosa e velocità di spostamento (da zero a oltre Mach
2) variano ogni volta. Alcuni oggetti restano visibili fino a mezz'ora
prima di scomparire, ma la durata media è nell'ordine dei minuti.
Varie spedizioni hanno filmato da lontano queste sfere e hanno analizzato
la luce emessa, ma sfortunatamente la gran parte delle misurazioni che
interesserebbero gli scienziati (emissioni radio, termiche, campi elettrici
e magnetici, eventuali radiazioni) non possono essere effettuate
agevolmente a grande distanza, e dato che le sfere appaiono in posizioni e
a quote casuali ogni tentativo di effettuarle è sempre fallito.
Mi chiedevo, dunque, se sarebbe possibile modificare un aeromodello a
reazione di grandi dimensioni (come questo:
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dotandolo di un autopilota completamente autonomo, trasformandolo insommain un "drone", montando una opportuna suite di sensori, e utilizzarlo per
intercettare questi UFO (direi che si meritano il termine ;)
Montato su una catapulta, o con l'aiuto di un razzo JATO, un velivolo
simile dovrebbe poter decollare entro qualche secondo dall'azionamento del
GBR (Grosso Bottone Rosso), e volando a più di 300 km/h raggiungerebbe
qualunque punto della valle entro 3-4 minuti. Ovviamente sarebbe dotato di
GPS, e nella vallata dovrebbero essere piazzate abbastanza telecamere da
poter fare una triangolazione della luce, collegate a un computer nella
base che provvede a "vettorare" l'intercettore verso l'UFO.
Una volta raggiunta la posizione, il velivolo avrebbe 5-10 minuti di
autonomia durante i quali seguirebbe la luce, effettuando uno o più
passaggi radenti e registrando tutti i dati dei sensori su una scheda di
memoria.
Il problema più grosso sarebbe il recupero, ma se la centrale di guida
riesce a portarlo addosso alla luce può anche portarlo su un tratto di
strada dritto a fondovalle; considerando che i lanci avverrebbero quasi
sempre di notte, però, sarebbe probabilmente necessario usare un
paracadute, magari insieme con un airbag sotto la fusoliera che attutisca
ulteriormente la caduta.
Una volta recuperato ed estratta la cartuccia coi dati, l'intercettore
dovrebbe poter essere rifornito e riportato in condizioni di volo
in un tempo ragionevolmente breve (entro un giorno, ma credo
sia possibile anche meno).
Il clima nordico pone delle difficoltà ulteriori, ovviamente, ma una
spedizione dotata di questa attrezzatura non dovrebbe avere problemi a
costruire una piccola baracca con tetto apribile per la rampa di lancio.
Quale potrebbe essere il budget necessario per un progetto simile? Vi
sembra praticabile, considerando che una spedizione del genere sarebbe
organizzata almeno da una Università?